Arezzo, 11 de novembre 2009
Avui una delegacio formada per un membre de l'associacio AltraItalia, el conseller de l'Ajuntament d'Arezzo pels Verds Marco Tulli i un representant de l'associacio Camillo Berneri han entregat al Preside del "Liceo Classico" i al registre de la Provincia d'Arezzo el text reivindicant la retirada de la placa a l'aviador legionari situada a l'entrada del Liceo Francesco Petrarca.
Per al proper dilluns s'ha previst el lliurament al Consell Municipal de la ciutat i en aquella ocasio hi haurà una roda de premsa.
Sempre dilluns a la tarda el Conseller Toschi de la regio Toscana ens rebrà com a membres de l'AltraItàlia per assebentar-se dels objectius de la campanya.
Diversos grups tan municipals com de la provincia (Rifondazione Comunista, Els Verds, Sinistra) han declarat el seu interessament per un debat sobre el paper de les dues Itàlies en el conflicte de 1936-39.
dimecres, 11 de novembre del 2009
dimecres, 4 de novembre del 2009
Comunicat de les Joventuts d'Alleanza Nazionale (extrema dreta)
Aquest blog vol recollir el màxim de documentació sobre l'assumpte de la targa a l'aviador feixista aretí caigut a la guerra civil.
El següent comunicat va ser public a la web InformaArezzo
Comunicati: Azione Giovani a sostegno del monumento ai caduti al liceo classico
La redazione 15/10/2009 09:03:00
La notizia dei giorni scorsi in merito all’iniziativa promossa da Vittorio Giorgetti per mantenere inalterata la statua e la targa dedicata alla memoria dell’aretino Vittorino Ceccherelli ci trova pienamente d’accordo. Si tratta del monumento presente nell’atrio del Liceo Classico di Arezzo che da oltre mezzo secolo lo commemora insieme ai Caduti.
In particolare Vittorino Ceccherelli, aviatore legionario, mori’ in uno scontro aereo con un pilota che conduceva un aereo sovietico. Ceccherelli fu insignito di varie onorificenze fra cui la Medaglia d’Oro al valor militare. La sua sensibilità riguardo a quel contesto storico si evince da alcune sue lettere: “Questa guerra è la peggiore di tutte“, “Dio ci salvi da questa carneficina umana”, “Questa guerra è la strage piu’ orrenda che la storia ha conosciuto”, “Il cuore è diventato un pezzo di pietra e non si sente piu’ nulla”.
La richiesta di rimozione della targa arriva da un presunto gruppo di cittadini residenti in Catalogna che si sente offeso per la commemorazione del nostro concittadino. In particolare vorremmo venire a conoscenza di quante sono e chi sono queste persone che fanno esplicito riferimento alla sinistra locale. E’ quindi evidente che la motivazione della richiesta di rimozione nasce da motivi ideologici e da personalità che vorrebbero riscrivere la storia.
Anche in Spagna i Monumenti ai Caduti della guerra civile, gli uni accanto agli altri, non sono mai stati abbattuti. Una ragione in più per non capire cosa spinge gli italiani in Catalogna a chiederne la rimozione al liceo classico di Arezzo. E’ facile capire che dietro questa operazione mediatica si nasconde la voglia da parte di una formazione politica di cavalcare la polemica.
Per questi motivi ci sentiamo di condividere l’iniziativa al fine di mantenere inalterato il Monumento ai Caduti presso il Liceo Classico “F. Petrarca” invitando le forze politiche e non, a sottoscrivere la suddetta petizione. Così dimostrando di avere a cuore la memoria dei Caduti e delle nostre radici.
Azione Giovani Arezzo
El següent comunicat va ser public a la web InformaArezzo
Comunicati: Azione Giovani a sostegno del monumento ai caduti al liceo classico
La redazione 15/10/2009 09:03:00
La notizia dei giorni scorsi in merito all’iniziativa promossa da Vittorio Giorgetti per mantenere inalterata la statua e la targa dedicata alla memoria dell’aretino Vittorino Ceccherelli ci trova pienamente d’accordo. Si tratta del monumento presente nell’atrio del Liceo Classico di Arezzo che da oltre mezzo secolo lo commemora insieme ai Caduti.
In particolare Vittorino Ceccherelli, aviatore legionario, mori’ in uno scontro aereo con un pilota che conduceva un aereo sovietico. Ceccherelli fu insignito di varie onorificenze fra cui la Medaglia d’Oro al valor militare. La sua sensibilità riguardo a quel contesto storico si evince da alcune sue lettere: “Questa guerra è la peggiore di tutte“, “Dio ci salvi da questa carneficina umana”, “Questa guerra è la strage piu’ orrenda che la storia ha conosciuto”, “Il cuore è diventato un pezzo di pietra e non si sente piu’ nulla”.
La richiesta di rimozione della targa arriva da un presunto gruppo di cittadini residenti in Catalogna che si sente offeso per la commemorazione del nostro concittadino. In particolare vorremmo venire a conoscenza di quante sono e chi sono queste persone che fanno esplicito riferimento alla sinistra locale. E’ quindi evidente che la motivazione della richiesta di rimozione nasce da motivi ideologici e da personalità che vorrebbero riscrivere la storia.
Anche in Spagna i Monumenti ai Caduti della guerra civile, gli uni accanto agli altri, non sono mai stati abbattuti. Una ragione in più per non capire cosa spinge gli italiani in Catalogna a chiederne la rimozione al liceo classico di Arezzo. E’ facile capire che dietro questa operazione mediatica si nasconde la voglia da parte di una formazione politica di cavalcare la polemica.
Per questi motivi ci sentiamo di condividere l’iniziativa al fine di mantenere inalterato il Monumento ai Caduti presso il Liceo Classico “F. Petrarca” invitando le forze politiche e non, a sottoscrivere la suddetta petizione. Così dimostrando di avere a cuore la memoria dei Caduti e delle nostre radici.
Azione Giovani Arezzo
Corriere di Arezzo - 24/10/09
Caso Ceccherelli, scrive al Corriere uno dei firmatari della petizione. Da Barcellona ad Arezzo con una richiesta di verità.
A novembre scenderà da Barcellona ad Arezzo, per consegnare le firme contro la targa che davanti al Classico celebra l’aviatore Vittorino Ceccherelli, morto nella guerra di Spagna. Intanto invia al Corriere un contributo nel dibattito, sempre più composito, che si è aperto sulle nostre colonne. * * * Ci hanno qualificato sobillati/sobillatori rossi, eredi dell'ideologia responsabile della morte di centinaia di milioni di persone (quando si prenderanno la briga di contabilizzare le vittime del colonialismo, del capitalismo, delle religioni, mi chiedo), lupi vestiti da agnello. Belve che non rispettano i morti, la loro memoria... Beh, questa è proprio buffa, venendo da personaggi che lodano la magnanimità del generalissimo Franco, una delle figure più sinistre della storia recente europea, da gente che guarda sistematicamente da un'altra parte quando i figli della loro ideologia deturpano, profanano cimiteri ebrei, gli stessi che alimentano infami polemiche per negare il diritto a cittadini di altre religioni di rendere ai loro morti le onoranze previste dalla loro cultura. Gli stessi che in Spagna impediscono che vengano trovate le centinaia di fosse comuni delle fucilazioni di massa eseguite dai franchismi nel lunghissimo e feroce periodo post-bellico per dare alle famiglie delle vittime della rappresaglia la possibilità di seppellire con un nome le spoglie, di onorarle col loro affetto, non con lapidi e medaglie. Saremo forse lupi, ma non intendiamo infangare la memoria di nessuno, siamo di un'altra pasta. E non c'interessa discutere se quest'aviatore se ne andò in Spagna come volontario e sotto falso nome per spirito d'avventura o per amor di patria (sentimento che comunque quando è accompagnato da ardori guerrieri e sogni imperiali non porta mai a niente di buono). Non stiamo parlando della lapide di un cimitero, luogo deputato al culto dei morti. Ma dell'atrio di un liceo, luogo deputato all'educazione dei vivi. In un liceo dovrebbe essere insegnata la verità, o almeno quella parte di verità cui abbiamo accesso. Orbene, quell'unica allusione a un caduto, in Spagna, medaglia d'oro, rappresenta una manipolazione della realtà, di quello che realmente accadde. La concessione di una medaglia d'oro è infatti associata idealmente alla realizzazione di gesta eroiche o comunque meritevoli. E... morire come volontario sotto falso nome attaccando un altro paese, inquadrato in una spedizione che vìola apertamente le leggi internazionali (attacco senza dichiarazione di guerra), quelle di guerra (i primi bombardamenti a tappeto contro popolazioni civili) e gli stessi patti firmati dai suoi mandanti (Commissione di non intervento) può essere considerata gesta eroica o comunque meritevole? È possibile onorare gesta di una tale ferocia che, dopo tre giorni di bombardamento a tappeto sulla popolazione civile, lo stesso Franco ne impose il cessare, per paura che si risvegliassero le coscienze assopite dei governi francese ed inglese? È ovvio che il richiamo alla legalità o al rispetto delle norme o della parola data non è un argomento di peso agli occhi di una certa parte dell'Italia, sempre pronta a sfoderare, secondo le sue convenienze, la legge del più forte o del più furbo. Ma noi non ci rivolgiamo a questa parte del paese o della città, ma a quella che sa distinguere o vuole saper distinguere fra azioni giustificate o giuste ed azioni apertamente ingiuste. E illegali. Detto per inciso: capisco perfettamente la posizione di chi vuol mantenere la targa a Ceccherelli e rifiuta al tempo stesso che venga apposto elemento alcuno che serva a contestualizzarla storicamente dato che allora sarebbe inevitabile e reiterata e a quel punto imbarazzante - da parte del pubblico la domanda: cosa ci fa in un liceo una iscrizione dedicata a un membro dell'Aviazione Legionaria? Il mantenimento di questa dedica a un caduto in una guerra d'aggressione, oltre a contrariare lo spirito della costituzione italiana (che condanna la guerra come modo di risolvere i conflitti fra i popoli), risponde ad un quadro di valori che speravamo definitivamente superato. Una delle cose più agghiaccianti di questa strana polemica che mi è toccato leggere è stata una frase del giovane promotore della contropetizione: "in tutte le guerre muore gente". Una frase per liquidare gli "altri" morti, non importa se innocenti o aggrediti, mentre difendono a spada tratta l'"onore" e la memoria del "loro" caduto. Si, nelle guerre ci sono sempre morti innocenti. E sono questi i nostri morti, il cui rispetto esigiamo, noi promotori di questa richiesta, antibellicisti che credono fermamente che non andrebbero mai esaltate, nemmeno indirettamente, vicende come l'intervento nazi-fascista in Spagna. Noi: italiani, catalani, spagnoli, professori, liberi professionisti, lavoratori, studenti, gente normale che, vivendo a Barcellona abbiamo potuto conoscere di prima mano, capire l'importanza di quei fatti, di sentire le voci delle vittime raccontare quei fatti. Sono episodi le cui conseguenze ancora perdurano perché la necessaria giustizia non è stata fatta. Giustizia, non vendetta. I crimini del franchismo - protrattisi per 40 anni - e dei suoi complici tedeschi ed italiani non sono mai stati portati in giudizio. Solola Germania ha chiesto formalmente perdono per il bombardamento di Guernika, in un gesto simbolico che può solo onorare quel paese e i suoi politici, che al Parlamento votarono in modo unanime tale risoluzione. Speriamo che i nostri amministratori e le autorità responsabili sappiano prendere spunto da quell'esempio e non si lascino condizionare dalla retorica falsificatrice della storia degli ambienti più retrivi della società aretina. Se vogliamo creare una reale Unità Europea dobbiamo partire dalla memoria condivisa, dalla giustizia internazionale che non permette la prescrizione dei crimini di guerra, dall'educazione delle giovani generazioni. La targa per l'aviatore Ceccarelli, che i suoi familiari e persino i suoi camerati hanno diritto d'onorare in privato come meglio credono, fatto salvo il rispetto della Costituzione, posta nell'atrio del Liceo costituisce la negazione più dolorosa delle basi minime della fraterna convivenza tra i popoli d'Europa e dei valori che la sorreggono
Rolando d'Alessandro
A novembre scenderà da Barcellona ad Arezzo, per consegnare le firme contro la targa che davanti al Classico celebra l’aviatore Vittorino Ceccherelli, morto nella guerra di Spagna. Intanto invia al Corriere un contributo nel dibattito, sempre più composito, che si è aperto sulle nostre colonne. * * * Ci hanno qualificato sobillati/sobillatori rossi, eredi dell'ideologia responsabile della morte di centinaia di milioni di persone (quando si prenderanno la briga di contabilizzare le vittime del colonialismo, del capitalismo, delle religioni, mi chiedo), lupi vestiti da agnello. Belve che non rispettano i morti, la loro memoria... Beh, questa è proprio buffa, venendo da personaggi che lodano la magnanimità del generalissimo Franco, una delle figure più sinistre della storia recente europea, da gente che guarda sistematicamente da un'altra parte quando i figli della loro ideologia deturpano, profanano cimiteri ebrei, gli stessi che alimentano infami polemiche per negare il diritto a cittadini di altre religioni di rendere ai loro morti le onoranze previste dalla loro cultura. Gli stessi che in Spagna impediscono che vengano trovate le centinaia di fosse comuni delle fucilazioni di massa eseguite dai franchismi nel lunghissimo e feroce periodo post-bellico per dare alle famiglie delle vittime della rappresaglia la possibilità di seppellire con un nome le spoglie, di onorarle col loro affetto, non con lapidi e medaglie. Saremo forse lupi, ma non intendiamo infangare la memoria di nessuno, siamo di un'altra pasta. E non c'interessa discutere se quest'aviatore se ne andò in Spagna come volontario e sotto falso nome per spirito d'avventura o per amor di patria (sentimento che comunque quando è accompagnato da ardori guerrieri e sogni imperiali non porta mai a niente di buono). Non stiamo parlando della lapide di un cimitero, luogo deputato al culto dei morti. Ma dell'atrio di un liceo, luogo deputato all'educazione dei vivi. In un liceo dovrebbe essere insegnata la verità, o almeno quella parte di verità cui abbiamo accesso. Orbene, quell'unica allusione a un caduto, in Spagna, medaglia d'oro, rappresenta una manipolazione della realtà, di quello che realmente accadde. La concessione di una medaglia d'oro è infatti associata idealmente alla realizzazione di gesta eroiche o comunque meritevoli. E... morire come volontario sotto falso nome attaccando un altro paese, inquadrato in una spedizione che vìola apertamente le leggi internazionali (attacco senza dichiarazione di guerra), quelle di guerra (i primi bombardamenti a tappeto contro popolazioni civili) e gli stessi patti firmati dai suoi mandanti (Commissione di non intervento) può essere considerata gesta eroica o comunque meritevole? È possibile onorare gesta di una tale ferocia che, dopo tre giorni di bombardamento a tappeto sulla popolazione civile, lo stesso Franco ne impose il cessare, per paura che si risvegliassero le coscienze assopite dei governi francese ed inglese? È ovvio che il richiamo alla legalità o al rispetto delle norme o della parola data non è un argomento di peso agli occhi di una certa parte dell'Italia, sempre pronta a sfoderare, secondo le sue convenienze, la legge del più forte o del più furbo. Ma noi non ci rivolgiamo a questa parte del paese o della città, ma a quella che sa distinguere o vuole saper distinguere fra azioni giustificate o giuste ed azioni apertamente ingiuste. E illegali. Detto per inciso: capisco perfettamente la posizione di chi vuol mantenere la targa a Ceccherelli e rifiuta al tempo stesso che venga apposto elemento alcuno che serva a contestualizzarla storicamente dato che allora sarebbe inevitabile e reiterata e a quel punto imbarazzante - da parte del pubblico la domanda: cosa ci fa in un liceo una iscrizione dedicata a un membro dell'Aviazione Legionaria? Il mantenimento di questa dedica a un caduto in una guerra d'aggressione, oltre a contrariare lo spirito della costituzione italiana (che condanna la guerra come modo di risolvere i conflitti fra i popoli), risponde ad un quadro di valori che speravamo definitivamente superato. Una delle cose più agghiaccianti di questa strana polemica che mi è toccato leggere è stata una frase del giovane promotore della contropetizione: "in tutte le guerre muore gente". Una frase per liquidare gli "altri" morti, non importa se innocenti o aggrediti, mentre difendono a spada tratta l'"onore" e la memoria del "loro" caduto. Si, nelle guerre ci sono sempre morti innocenti. E sono questi i nostri morti, il cui rispetto esigiamo, noi promotori di questa richiesta, antibellicisti che credono fermamente che non andrebbero mai esaltate, nemmeno indirettamente, vicende come l'intervento nazi-fascista in Spagna. Noi: italiani, catalani, spagnoli, professori, liberi professionisti, lavoratori, studenti, gente normale che, vivendo a Barcellona abbiamo potuto conoscere di prima mano, capire l'importanza di quei fatti, di sentire le voci delle vittime raccontare quei fatti. Sono episodi le cui conseguenze ancora perdurano perché la necessaria giustizia non è stata fatta. Giustizia, non vendetta. I crimini del franchismo - protrattisi per 40 anni - e dei suoi complici tedeschi ed italiani non sono mai stati portati in giudizio. Solo
Rolando d'Alessandro
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